Un po’ di
chiarezza sui progetti immobiliari sulla costa di Porto Conte (Alghero).
Nonostante le rassicurazioni che non rassicurano dell’Assessore all'urbanistica del Comune di Alghero Emiliano Piras sui progetti immobiliari recentemente presentati per gli Hotel Baia di Conte e Corte Rosada sul litorale di Porto Conte, giungono ora alcuni elementi che offrono un po’ di chiarezza in più sul futuro della splendida costa algherese.
Il Servizio Tutela del
Paesaggio Sardegna settentrionale Nord Ovest della Regione autonoma della
Sardegna ha comunicato (nota prot. n. 36814 del 28 settembre 2020) di aver “emesse
… note di richiesta di integrazione documentale ai fini dell’esame delle istanze
di autorizzazione paesaggistica ex 146 del D. lgs. 42 del 2004 e ss mm ii”
per i due progetti immobiliari presentati allo Sportello
unico attività produttive (SUAP) del Comune di Alghero.
Precisamente
* per il
progetto edilizio di demolizione e ricostruzione dell’Hotel Baia di Conte: con
nota prot. n. 32723 del 25 agosto 2020, sono state chieste “le
seguenti integrazioni, da implementare nell’ambito della “Relazione
Paesaggistica” di cui al D.P.C.M. 12 Dicembre 2005:
- Analisi della
conformità dell’intervento rispetto all’art.10 bis della L.R. 45/89 e
ss.mm.iii., che costituisce la disciplina paesaggistica di riferimento per gli
interventi ricadenti nella fascia dei 300 m dalla linea di battigia marina,
sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art.142 D.Lgs.42/2004;
- Analisi degli impatti
del nuovo intervento in applicazione dei criteri di cui alle Linee guida
emanate con D.G.R. n. 18/15 del 05.04.2015 (linee guida per la determinazione
del minore impatto paesaggistico degli interventi di demolizione e ricostruzione
di cui all’articolo 39 comma 15 della legge regionale n. 8 del 23 aprile 2015);
- Correzione
dell’immagine alla pagina n. 23, poiché la stessa non è visibile;
- Implementazione delle
viste mancanti n. 4-5-6-7-8-9-10 e 12, individuate planimetricamente nell’elaborato
relazionale alla pag. 34, ma non riportate all’interno della RP;
- Inserimento di
esaustive ambientazioni digitali in relazione al territorio circostante; in
particolare, dovranno essere restituite adeguate informazioni con riferimento
alle viste degli interventi previsti nella zona Nord, per i quali il rapporto
con la ‘zona archeologica’ del Nuraghe di Sant’Imbenia risulta più prossimo (circa 85 mt.
dal ‘corpo di fabbrica’ di 4 livelli più vicino). Tali viste dovranno pertanto
essere restituite da luoghi e/o vie pubbliche da cui sia possibile inquadrare
l’intervento, e risultare sufficientemente estese da consentire la valutazione
dell'incidenza che le opere possono avere con l’intorno, soprattutto in ragione
alle altezze previste per i corpi A-B-C. Una o più viste dovranno inquadrare
gli interventi anche dall’interno della zona archeologica suddetta, poiché la
stessa è luogo di fruizione pubblica”;
* per il progetto edilizio di demolizione e ricostruzione dell’Hotel Corte
Rosada:
“1. Implementazione della Relazione
Paesaggistica con i seguenti elementi:
- Analisi della conformità
dell’intervento rispetto all’art.10 bis della L.R. 45/89 e ss.mm.iii., che
costituisce la disciplina paesaggistica di riferimento per gli interventi
ricadenti nella fascia dei 300 m dalla linea di battigia marina, sottoposti a
vincolo paesaggistico ai sensi dell’art.142 D.Lgs.42/2004;
- Analisi degli impatti
del nuovo intervento in applicazione dei criteri di cui alle Linee guida
emanate con D.G.R. n. 18/15 del 05.04.2015 (linee guida per la determinazione
del minore impatto paesaggistico degli interventi di demolizione e
ricostruzione di cui all’articolo 39 comma 15 della legge regionale n. 8 del 23
aprile 2015);
2. Correzione refuso
elaborati grafici. In particolare, si rileva che le sezioni di progetto non
sono correttamente rappresentate in corrispondenza alle chiusure che
configurano l’ampliamento dei corpi ‘B’.”
Il Ministero
dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale per
il Mare e le Coste ha chiesto (nota prot. n. 70947 dell’11 settembre 2020) alla
Regione autonoma della Sardegna e al Comune di Alghero che nell’ambito della
necessaria procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. vengano valutate
le interferenze con i contigui siti della Rete
europea Natura 2000.
Si tratta,
quindi, di progetti edilizi per demolizione e ricostruzione si sensi di
provvedimento legislativo collegato al c.d. piano casa (art. 39 della
legge regionale n. 8/2015; legge regionale n.
4/2009 e s.m.i.) per i complessi ricettivi Hotel Baia di
Conte e
Hotel Corte
Rosada,
sulla costa di Porto Conte, a due passi dal mare.
La previsione di
legge fa supporre un aumento di volumetrie fino al 30% di quanto già
realizzato, perché l’art. 39 della
legge regionale n. 8/2015 e s.m.i.
prevede, fra l’altro, "la concessione di un credito volumetrico massimo
pari al volume dell’edificio demolito maggiorato del 30 per cento, da
determinarsi con apposita deliberazione del consiglio comunale".
“Nuovo intervento”, “l’ampliamento
dei corpi ‘B’” sono termini emergenti dalle
comunicazioni regionali.
L’Hotel Baia
di Conte, realizzato dal gruppo imprenditoriale del finanziere libanese
Baroudi a partire dagli anni ’70 del secolo scorso con un bel po’ di
volumetrie abusive (poi condonate), a più riprese, vari progetti immobiliari
ne auspicavano il pesante incremento volumetrico. Progetti speculativi mai tramontati a ovest di Capo Caccia.
Oggi, con circa
600 posti letto, in mano alla IFIT – SOGAT s.r.l. (e gestita dal gruppo turistico Tui Nordic), presenta un progetto di demolizione e
ricostruzione con prevedibili aumenti volumetrici da migliaia e migliaia di
metri cubi di volumetrie.
Così fa anche –
sebbene meno ingente – la sassarese Blue Moon s.p.a. che vuol demolire e
ricostruire quantomeno con “l’ampliamento
dei corpi ‘B’”, il vicino Hotel Corte Rosada, sempre a due passi dal mare.
L’area costiera
di Porto Conte rientra
nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo
paesaggistico (decreto
legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge
regionale n. 23/1993), l’area è, inoltre, immediatamente contigua alla zona di protezione
speciale – ZPS ITB013044 e nel sito di importanza
comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e
Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive
n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia
dell’avifauna selvatica.
Non può certo
essere emanato il provvedimento che autorizza demolizione e ricostruzione con
aumento volumetrico senza conclusione positiva del procedimento di
verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con soglie dimensionali
dimezzate in quanto trattasi di area costiera (D.M. 30 marzo 2015), ma soprattutto i
provvedimenti che autorizzano aumenti volumetrici in aree di conservazione
integrale, come la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia, così
individuata dalla legge (art. 10 bis della
legge regionale n. 45/1989 e s.m.i.) e dalla pianificazione paesaggistica (piano paesaggistico
regionale – P.P.R.) non possono essere in contrasto con la normativa di salvaguardia
costiera, come chiaramente espresso dalla giurisprudenza (es. Cass.
pen., Sez. III, 11 maggio 2020, n. 14242; T.A.R. Campania, Napoli, Sez. 7, del 20 febbraio 2015, n.
1193)
e ribadito recentemente con il ricorso
governativo davanti alla Corte costituzionale avverso la legge regionale Sardegna n. 17 del
34 giugno 2020, che ha stabilito l’ennesima proroga temporale del c.d. piano
casa.
L’associazione
ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, inoltrato (3 settembre 2020) una specifica istanza di accesso civico,
informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, segnalando
l’impossibilità sul piano giuridico di legittimi aumenti volumetrici in aree di
massima tutela costiera.
Coinvolti i
Ministeri per i Beni e Attività Culturali e dell’Ambiente, la Regione autonoma
della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di
Sassari, il Servizio regionale Valutazioni Ambientali, il Comune di Alghero, i
Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, informando preventivamente
la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.
Ora i primi
riscontri.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha promosso la petizione per la salvaguardia delle coste sarde finalizzata al mantenimento
dei vincoli di inedificabilità costieri nella fascia dei 300 metri dalla
battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).
Siamo ormai ben più di 35 mila e 700 cittadini ad averla sottoscritta.
Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra Terra,
millimetro per millimetro.
Ne stiano certi.
p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Stefano Deliperi
ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridicoweb.com
La petizione per la salvaguardia delle coste sarde si firma qui http://chng.it/M4Kmxy7LtJ.