Ma davvero credete che il progetto di Quinto Elemento, società creata ad hoc per il bando del Demanio dello Stato "Cammini e Percorsi", qui, sia sostenibile per il complesso ecosistema di Punta Giglio,territorio gestito dal Parco di Porto Conte nonchè area SIC?
La Casermetta secondo Quinto Elemento. |
O forse pensate, Stato e Regione e Comune, di continuare a distruggere pezzi importanti del nostro ambiente, Porticciolo insegna, in nome dell'occupazione , della sostenibilità ambientale, dell'ecologico e chi ne ha più ne metta? Le parole d'ordine in questo bando sono sicuramente quelle appena dette: Occupazione, Sostenibilità Ambientale, Ecologico. Basta questo per mettere in piedi un progetto? con queste parole magiche? ma hanno letto davvero il progetto di massima e hanno pensato che quelle deliziose parole devono collimare con la realtà? Penso proprio di no.
La vegetazione da eliminare per costruire il pergolato. |
Ma perchè un bene, facente parte del demanio
regionale (Art.14 dello Statuto Regionale), è stato messo a bando dallo Stato
(Agenzia del Demanio) e non dalla
Regione Sardegna, che è titolata a disporre dei beni da essa amministrati?
Vediamo cosa è Punta Giglio, il suo habitat, perchè non bisogna dare seguito al progetto di Quinto Elemento così come è stato pensato; qui e qui i link del progetto e dei componenti la società cooperativa, qualche nome mi ha un pò meravigliata ( in mezzo come il prezzemolo, nell'area Parco), e quali sono le alternative.
La batteria costiera SR 413 di Punta Giglio fa parte di un
circuito storico-artistico-ambientale a forte ed indiscussa valenza culturale:
Artistica per la presenza di murales all’interno dell’ex
casermetta;
Storica (edifici bellici);
Ambientale per la Serie sarda occidentale, calcicola,
termomediterranea , del ginepro turbinato con la palma nana; la Serie sarda,
termomediterranea, del leccio con la palma nana che occupa un impluvio ombroso
dietro la caletta della Bramassa, dove si conserva un bell’esempio di lecceta
vetusta. Nella falesia di Punta Giglio si riproduce la Berta maggiore, fino
agli anni 60 si riproduceva il Falco pescatore. È presente il Falco pellegrino,
il Gabbiano corso, il Rinolofo maggiore, il Rinolofo minore, il Rinolofo di Mehely.
La suddetta Batteria, dopo un restauro conservativo senza
cambiamento d’uso se non come struttura museale, rappresenterebbe il punto
focale a cui afferirebbero i vari percorsi tra i fortini.
È fuor di dubbio che, in quest’ottica, la Batteria sarebbe attraente
per chi, dalla Ciclopista del Sole, si sgancia per raggiungere il territorio di
Alghero, incuriosito dal circuito dei fortini militari e dalla struttura
museale istallata nell'ex Casermetta.
Questo monumento storico è una struttura all’interno del Parco Regionale di
Porto Conte, un’area SIC tanto importante quanto delicata per la presenza di
avifauna ed emergenze botaniche di una certa rilevanza. Queste due tematiche
sarebbero un valore aggiunto dal punto di vista culturale ed ambientale riunite
in un unico piccolo territorio.
Se, come negli intenti di “Cammini e Percorsi”, si vuole incentivare il turismo
lento e sostenibile, si dovrebbe lasciare il lotto 25 come tappa museale ed
optare per la caserma della finanza, foglio 32 particella 14 del nuovo catasto fabbricati di Alghero quale struttura
ricreativa del percorso con info
Nel cerchio la caserma della Finanza |
point, ostello, ristoro, officina per
biciclette, ecc., avvalendosi dell’art. 4 comma 4 a del protocollo d’intesa tra
Agenzia del Demanio e Sindaco di Alghero, siglato il 12 luglio 2017 a Cagliari.
Optando per questa soluzione ci sarebbero solo vantaggi, uno tra tutti il
risparmio per quanto riguarda le opere infrastrutturali, da realizzare ex novo
nel lotto 25, ma già esistenti nella caserma della finanza; acqua, luce,
scarichi fognari, telefono hanno un costo se fatti di sana pianta, ne hanno un
altro se si devono fare solo degli allacci.
Prendere in considerazione questa proposta andrebbe a vantaggio dell’ambiente e
per un turismo sostenibile e di nicchia.
La delicatezza dell’ambiente di Punta Giglio ne vieta l’uso sia per la sosta
con pernottamento che come area ricreativa, in quanto recherebbe disturbo
all’avifauna e alla fauna in generale presente, a causa all'inquinamento acustico e luminoso che si creerebbe quale servizio agli ospiti di una ipotetica foresteria .
L’unica alternativa, ancor oggi praticata, è la sosta temporanea per ammirare
panorama, ambiente e storia e al tramonto si chiude tutto, naturalmente , per
mancanza di luce solare.
Va da se che, se ci sarà un uso ricreativo del luogo, questo
perderà il suo valore intrinseco.
Lo spettacolo incredibile che offre Punta Giglio ha
necessità di un rapporto intimistico tra fruitore ed ambiente. Il ristoro può
essere servito a valle.
Alghero in chiaro
Immagino sempre che i mio pensiero guidi un vecchio pennino che attinge le parole da un calamaio dal quale hanno attinto i miei affetti più cari...
dopo due anni e mezzo cosa è successo a Punta Giglio?
RispondiEliminaLe associazioni si stanno muovendo, e non ci andranno leggere nei confronti delle istituzioni.
EliminaLa notizia oggi sulla Nuova, tutto calendarizzato, si procede. Possiamo solo sperare nel minor danno possibile https://www.lanuovasardegna.it/alghero/cronaca/2020/12/27/news/a-punta-giglio-tra-storia-e-natura-1.39706490
RispondiEliminaA Punta Giglio non si torcerà una foglia, nulla sarà fatto illegalmente....quindi niente albergo. Certamente bisogna studiare tutte le carte e fare una dura opposizione alle istituzioni un pò manchevoli di serietà.
RispondiEliminaQuale coerenza si può leggere nelle intenzioni degli investitori,
RispondiElimina(una "cooperativa senza fine di lucro"?), che, si raccomanda, non dovrebbero essere mossi da intenzioni speculative?
Quale coerenza ai principi della compatibilità ambientale, quale sobrietà, frugalità, moderazione nei consumi si può trovare in un progetto che prevede addirittura la realizzazione di una piscina a Punta Giglio,e per far questo la realizzazione di oltre tre chilometri di condotte idriche e fognarie, con relativi scavi e sbancamenti nella roccia calcarea, nel bel mezzo di un Parco Naturale, in un’area di alto valore ambientale?
Quale esperienza educativa e formativa a modelli di vita consoni ai principi di responsabilità, consapevolezza della scarsità delle risorse
e di riduzione progressiva dell'impronta ecologica,si potrebbe fare in una struttura che sarebbe di per sé "fuori luogo", in un contesto fragile, vulnerabile, a rischio,e quindi irrispettosa del grande valore paesaggistico,geologico,botanico,faunistico,paleontologico, preistorico e storico rintracciabile nel sito?
Ciò che non si comprende, è come mai chi adesso ha così tante idee sul futuro dell'area, non si sia fatto avanti quando il bando per la sua assegnazione era aperto. O meglio anche prima, visto che Punta Giglio è rimasta abbandonata per oltre 70 anni. Ma si sa, un lento degrado non fa notizia, mentre puntare il dito su chi prova a fare qualcosa è molto facile...
RispondiEliminaPerché la Cooperativa Quinto Elemento sta minacciando con una raffica di diffide quanti stanno cercando di far luce sul progetto di trasformazione dell'Ex Batteria di Punta Giglio in struttura ricettiva?
RispondiEliminaQuel manufatto è sottoposto a vincolo Monumentale con Decreto n.154 del 14.12.2010 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, si trova dentro l'area del Parco Naturale Regionale di Porto Conte, in un Sito di Importanza Comunitaria e in una Zona di Protezione Speciale (ai sensi delle direttive europee) per le sue eccezionali caratteristiche naturalistiche, si trova nella fascia costiera protetta con particolare attenzione dal vigente Piano Paesaggistico Regionale.
Rientra nelle zone che anche il vigente PRG sottopone a tutela.
Nessuna norma consente un cambio della sua destinazione.
Molti di noi hanno lottato per tanti anni perché quel luogo, la Punta del Giglio (come parte integrante del Parco Naturale Regionale di Porto Conte) venisse protetto da ogni speculazione e rimanesse nella piena disponibilità della collettività nel rispetto integrale della sua speciale qualità ambientale.
Abbiamo tutto il diritto (e forse anche il dovere) di essere terribilmente preoccupati per il suo destino.
Riteniamo che l'intervento di radicale trasformazione dell'Ex Batteria e la sua destinazione a struttura ricettiva sia incoerente con tutta la stratificazione dei vincoli che dovrebbero proteggere quel monumento da un cattivo uso e che dovrebbero proteggere soprattutto il contesto che lo accoglie, eccezionale e fragile.
Speriamo che sia accessibile per tutti.
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