Buone notizie per il
promontorio di Capo Caccia, sfregiato nel dicembre 2020 da uno
sfacciato intervento abusivo di taglio della vegetazione (Pini, Ginepri).
Il Comune di Alghero –
Settore 6 (Vigilanza, Urbanistica, Edilizia Privata, Demanio e Patrimonio) ha
comunicato (nota prot. n. 17941 del 3 marzo 2021) di aver avviato la procedura
di ripristino ambientale a carico e spese dei trasgressori ai sensi dell’art. 167 del decreto legislativo n.
42/2004 e s.m.i.. con
nota prot. n. 13618 del 16 febbraio 2021, inviata alle società immobiliari
titolari dell’area in veste proprietaria e locatrice.
Trascorso il termine di 20
giorni per eventuali osservazioni, si procede all’emissione dell’ordinanza di
ripristino ambientale.
L’associazione ecologista
Gruppo d’Intervento Giuridico odv – che fin da subito ha
più volte chiesto il provvedimento di ripristino ambientale, ulteriore al
procedimento penale in corso – esprime la sua soddisfazione e l’auspicio che si
vada fino in fondo perché Pini e Ginepri ritornino a Capo Caccia.
Ricordiamo la vicenda.
Sfacciatamente è stato
realizzato “il disboscamento totale effettuato su
un bosco misto di Ginepri e Conifere eseguito per una porzione di circa un 6000
mq, in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica ed anche della valutazione di incidenza ambientale
(Vinca)”
(vds. Parco di Porto Conte, sequestro di
un'area disboscata, in sito web istituzionale C.F.V.A., 7 dicembre 2020) nell’area dell’Hotel Capo Caccia, acquisito nel 2019 da una cordata di imprenditori
capeggiata da Francesco Biasion, titolare della
società siderurgica Bifrangi e del vicino “Condominio Eurotel
Capocaccia”, altra struttura ricettiva che ha visto lustri di analoghi contenziosi giudiziari.
Il taglio
boschivo “in danno di un soprassuolo caratterizzato dalla presenza di
Ginepri secolari e numerosissime piante di Pino”, costituisce un vero e
proprio delitto ambientale, in area particolarmente protetta.
L’area è stata posta sotto
sequestro preventivo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale,
per evitare che il danno ambientale fosse ancora maggiore.
Per stravolgere l’ambiente di Capo
Caccia, come è accaduto, se fosse stato possibile, sarebbe stato necessario
acquisire quantomeno:
* autorizzazione paesaggistica (art. 146 del decreto legislativo n.
42/2004 e s.m.i.);
* provvedimento favorevole conclusivo
del procedimento di valutazione di incidenza ambientale (art. 5 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.);
* nullaosta dell’Ente di gestione del
Parco naturale regionale di Porto Conte (art. 21 della legge regionale n. 4/1999).
L’area costiera
di Porto Conte rientra
nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo
paesaggistico (decreto legislativo n.
42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n.
23/1993),
l’area è, inoltre, immediatamente contigua alla zona di protezione speciale
– ZPS ITB013044 e nel sito di importanza
comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e
Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive
n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat
e n. 09/147/CE sulla salvaguardia
dell’avifauna selvatica. Nell’area interessata è presente, fra l’altro,
un “mosaico di habitat
composto da Matorral arborescenti a Juniperus spp. (5210) e arbusteti termo
mediterranei e pre desertici (5330)” (nota Azienda speciale Parco di Porto Conte prot. n. 2673 del 6
agosto 2019).
La Società immobiliare era perfettamente
a conoscenza del quadro vincolistico, in quanto debitamente e preventivamente
informata dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale (nota prot. n. 3969 del
17 gennaio 2020).
Il Gruppo d’Intervento
Giuridico odv fin da subito ha sostenuto l’azione del Corpo forestale e di
vigilanza ambientale, ha inoltrato (10 dicembre 2020, 3
marzo 2021) puntuali istanze di accesso civico, informazioni
ambientali e adozione dei provvedimenti di ripristino ambientale alle
Amministrazioni pubbliche competenti, alla polizia giudiziaria e, per
competenza, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.
In caso di dibattimento
penale, presenterà istanza di costituzione di parte civile con la richiesta di
esemplare condanna dei responsabili.
Vi sono state,
comunque, immediate reazioni indignate da parte di amministratori locali (sindaco e maggioranza, opposizione consiliare) associazioni ambientaliste e, soprattutto, da parte di
tanti cittadini, vi sono state prese di posizione estremamente critiche da
parte del Comune di Alghero e da parte dell’Azienda speciale di gestione del Parco naturale regionale
di Porto Conte, mentre ha tentato di minimizzare il rappresentante legale del
Condominio Eurotel Capo Caccia, parlando di “regole antincendio”.
Eppure la situazione è chiara:
* il Comune di Alghero –
SUAPE ha comunicato (nota prot. n. 92909 del 24 dicembre 2020) che “sulla
piattaforma regionale ‘Sardegna Suape’ non esiste alcuna pratica avente ad
oggetto la richiesta di autorizzazioni per taglio boschivo su area di
pertinenza dell’Hotel Capo Caccia”;
* il Servizio Valutazioni
Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna ha comunicato (nota
prot. n. 26863 del 29 dicembre 2020) che “in relazione all’intervento …, non
risultano in istruttoria, presso il Servizio V.I.A., procedimenti in materia di
valutazione ambientale (Verifica/V.I.A./V.Inc.A.), né risultano essere stati
resi pareri di esclusione dalle procedure medesime”;
* la Soprintendenza per
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari ha comunicato (nota prot. n.
12867 del 18 dicembre 2020) che “non risulta agli atti di questo Ufficio
alcuna pratica o istanza inerente tale intervento. Inoltre dalle verifiche
effettuate nel portale regionale S.U.A.P.E, nel quale sono inserite tutte le
istanze per interventi riguardanti attività produttive e pratiche edilizie per
l’acquisizione di tutte le necessarie autorizzazioni, tra le quali
l’autorizzazione paesaggistica, risulta a questo Ufficio unicamente una pratica
intestata al Condominio Eurotel Capo Caccia per manutenzione di piazzole
prendisole, scalo di alaggio e molo, nella quale non era prevista tuttavia
nessuna opera nell’area interessata dal disboscamento. Inoltre tale pratica per
la manutenzione delle piazzole, inserita nel portale SUAPE nel mese di luglio,
risulta attualmente ancora sospesa dal Comune di Alghero”.
Il taglio della vegetazione a Capo
Caccia (Ginepri, Pini) non era autorizzato, è abusivo.
A questo punto – oltre al procedimento
penale già avviato su impulso del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale – è
necessario ordinare il ripristino ambientale.
Ora è stato avviato dal
Comune di Alghero.
Oltre 38 mila e 700 cittadini hanno già sottoscritto la petizione
per la salvaguardia delle coste sarde, per il mantenimento dei vincoli di
inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300
metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla
disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).
Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta
di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di
civiltà.
Una scelta di civiltà come il ripristino ambientale da realizzare
a Capo Caccia.
p. Gruppo d’Intervento Giuridico
odv
Stefano Deliperi
ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridicoweb.com