domenica 24 ottobre 2021

I francescani del terzo millennio!!!

 

La politica ottusa, poco lungimirante e molto ignorante non può che generare progetti mostruosi come quelli che si stanno attuando a Punta Giglio.

Punta del Liri è un luogo rappresentativo del territorio di Alghero, identitario dal punto di vista naturalistico e storico. Le ere geologiche convivono con la preistoria e la storia dei giorni nostri, passando per la tragedia della Seconda guerra mondiale, descritta molto bene anche all’interno della casermetta, che da sempre noi algheresi abbiamo somatizzato in un malessere dell’anima che abbiamo 

Foto di Marcello Di Re

mitigato apponendo in quei muri scritte inneggianti all’amore, alla bellezza della vita o alle sfortune della vita che qualcuno ha cercato di esorcizzare anche con bestemmie. È stato pellegrinaggio di una società variegata e in movimento, fino a ieri leggibile. Ora di tutto questo rimane l’orrore storico del fascismo, costretti a leggerLo in quelle deliranti frasi, pegno obbligatorio, all’unico scopo di osservare il disegno a carboncino di quella grande nave disegnata da chi, tutto sommano, viveva la guerra da una postazione, per certi versi, privilegiata. 
da pagina facebook de "Rifugio di mare

La politica aveva le chiavi di questo regno, ha messo nelle mani sbagliate l’esistenza intatta di questo luogo e ora nasconde la testa sotto la sabbia, lasciando all’aria qualcos’altro.

Alla politica non è bastato vivere per anni del biglietto di ingresso di 3 euro, pagato da circa 10.000 persone non residenti annualmente, dal 2018; la politica aveva altri obbiettivi? ha voluto pagare in anticipo una richiesta-promessa?

Questo caso  conferma l’ottusità imbarazzante della politica che per il bisogno quasi pruriginoso di arrivare all’obbiettivo non si è curata dei cittadini e dell’amore e dedizione che essi nutrono per quel Simbolo dalle mille sfaccettature e letture.

Venduto per qualche chilometro di asfalto? O per che cosa?

Hanno sfondato Punta Giglio attaccandola con una testa d’ariete infallibile, la disabilità e le privazioni. In nome della disabilità si sono costruite strade, sbancato rocce, costruito infrastrutture primarie, grazie anche al codice ATECO 88.99?

Ingresso ai bagni pubblici
Oggi tutti gli Enti hanno certificato che il luogo è diventato a prova di handicap, per tutte le sue necessità tranne che per l’espletamento di quelle fisiologiche.

Le persone svantaggiate e in carrozzina possono vedere solo da lontano l’eco museo, come prima, certo ora possono immergersi nella natura e ammirare le strutture belliche, ahimè, contaminate dal non ecologico korten, tenendo in una mano il binocolo e nell’altra un bicchiere di birra, sarda e ben pubblicizzata dall’intrapresa.

E che dire ancora di questi francescani del terzo millennio riusciti ad addomesticare una volpe che ora chiede vitto e alloggio. I francescani la coccolano trattandola poi come una indossatrice di viva pelliccia selvatica  per i loro spot pubblicitari. 

da pagina facebook de "Rifugio di mare"

Politici, direttori e cda di parchi, privi di una visione politica che sia al servizio del cittadino, andate a vedere quello che non è più rappresentativo di un SIC, ora anche ZSC, e di una ZPS. Il divertimento per voi è assicurato, tra boccali di birra e sfilate di pellicce vive.

Il divino ci salvi da questa sciatteria...sperando di aver raggiunto inesorabilmente il fondo.



Alghero in chiaro

Immagino sempre che i mio pensiero guidi un vecchio pennino che attinge le parole da un calamaio dal quale hanno attinto i miei affetti più cari...

lunedì 3 maggio 2021

Berta o non Berta....Questo è il problema!


L'ISPRA afferma che la Berta maggiore nidifica a Punta Giglio insieme ad altri uccelli di falesia. A questo dato si contrappone il giudizio del padrone di casa, il Parco, che afferma che nel 2020 erano presenti solo tre coppie nidificanti (una sola osservazione e non monitoraggio, esplorando una sola grotta accessibile dal mare) e nel 2021 i tecnici del Parco in una osservazione notturna, in febbraio, dalla mitragliera di Punta Giglio, relazionano che si è sentito il canto della Berta


Questi dati mi offrono molti spunti su cui disquisire, ne tratterò uno che porterà ombre sia sul Parco che su una pratica consolidata da anni, di una cooperativa, che porta avanti una manifestazione dedicata all'ascolto del canto di questo incredibile uccello, l'ultima nel 2020, denominata "Le Notti delle Sirene". Un canto incredibile e suggestivo per il quale si radunano a Punta Giglio, nelle sere estive e senza luna, tantissime persone. Questo evento viene pubblicizzato  dall'Ente Parco e dal Comune di Alghero; un rito che si ripete da più di un decennio e che ha portato in falesia centinaia di persone sensibili al tema.

Una carrellata di testate giornalistiche che hanno scritto sul tema :

Geosnews, TotAlguer, La Nuova Sardegna, Buongiorno Alghero, Park.it, Alghero Turismo, Explora Alghero

Una domanda sorge spontanea:

Ma, nelle Notti delle Sirene, il canto delle Berte Maggiori era vero o erano delle registrazioni???


Alghero in chiaro

Immagino sempre che i mio pensiero guidi un vecchio pennino che attinge le parole da un calamaio dal quale hanno attinto i miei affetti più cari...








sabato 10 aprile 2021

GrIG e LIPU-BirdLife Italia chiedono l’annullamento parziale dell’autorizzazione V.Inc.A. e la conseguente modifica progettuale del progetto di riutilizzo della batteria costiera di Punta Giglio (Alghero).

 Volentieri pubblico l'articolo del GrIG su parere di VIncA e la richiesta del suo parziale annullamento.

Con istanza del 9 aprile 2021 le associazioni ambientaliste Gruppo d’Intervento Giuridico odv e LIPU – BirdLife Italia odv hanno chiesto al Servizio valutazioni impatti e incidenze ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna l’annullamento parziale e la contestuale modifica in via di autotutela (artt, 21 octies e 21 nonies della legge n. 241/1990 e s.m.i.) della propria determinazione n. 935 del 18 novembre 2020 che ha costituito l’autorizzazione (art. 5 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.) conclusiva del procedimento di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) in favore del progetto di restauro, risanamento conservativo, rifunzionalizzazione e allestimento museale dell’ex Batteria costiera SR 413 Punta del Giglio nell’omonima località Punta Giglio, in Comune di Alghero (SS).

Sono stati coinvolti, per opportuna informazione, il Ministero della Transizione Ecologica, il Comune di Alghero, l’I.S.P.R.A.,, l’Azienda speciale di gestione del parco naturale regionale di Porto Conte, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.

Il progetto è in attuazione del programma Cammini e Percorsi, promosso dall’Agenzia del Demanio e rientrante a sua volta nel più ampio programma Valore Paese – Italia, relativo al recupero e alla valorizzazione (anche a fini economici) di beni demaniali in disuso o sottoutilizzati (fari, caserme, postazioni, ecc.) comprendente altri siti costieri, per esempio, torri, edifici vari e numerosi fari.  

Non molto diverso da quanto ha fatto anche la Regione autonoma della Sardegna.

CAMMINI e PERCORSI gode del sostegno e del contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ANCI, FPC, Istituto del Credito Sportivo, Ente Nazionale per il Microcredito, Invitalia, CONI, Young Architects Competition, Agenzia Nazionale Giovani, e, per il settore privato, Touring Club Italiano, FederTrek, Legambiente, Italiacamp, AICA, Associazione Borghi Autentici, Cittadinanzattiva”, mentre il Comune di Alghero ha stipulato con l’Agenzia del Demanio il protocollo d’intesa n. 6229/2017 del 12 luglio 2017 con il quale, fra l’altro, si impegna “a garantire la piena conformità e coerenza  dei programmi di valorizzazione con le previsioni dei vigenti strumenti di pianificazione urbanistica, in particolare, verificando la compatibilità dello status urbanistico degli immobili rispetto all’iter di valorizzazione, provvedendo – ove necessario – all’attivazione delle opportune procedure amministrative di adeguamento urbanistico e semplificazione amministrativa”.

Come noto, recentemente l’I.S.P.R.A. – Servizio Coordinamento Fauna Selvatica, con parere prot. n. 14824 del 25 marzo 2021, ha evidenziato forti carenze in merito allo studio di incidenza ambientale, costituenti, di riflesso, evidenti gravi elementi di deficitaria istruttoria nel relativo procedimento di V.Inc.A., come testualmente riportato: 

 

“Si sottolineano … alcuni aspetti tecnici legati alla presenza di avifauna marina e costiera, che rende le falesie di Punta Giglio un comprensorio particolarmente significativo entro la ZPS di Capo Caccia nonché nel contesto nazionale e mediterraneo. 

 

Il calendario riproduttivo delle specie costiere riportate in sede di studio per la valutazione di incidenza sono inesatti per la maggior parte delle specie: si suggerisce di fare riferimento ai periodi indicati all’art. 7 del DM 17 ottobre 2007 ‘criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)’, integrato con: Berta minore P. yelkouan 1 febbraio – 15 luglio, Berta maggiore C. diomedea 1 aprile – 15 ottobre, Falco pellegrino F. peregrinus 1 febbraio – 31 maggio. Tali periodi sono da evitare in particolare per l’esecuzione di lavori su roccia che comportino emissione di rumori e vibrazioni. 

Lo studio citato non riporta inoltre dati precisi sull’insediamento del Gabbiano corso L. audouinii a Punta Giglio (una colonia in due degli ultimi quattro anni, unica nell’ambito della ZPS e di tutto il tratto costiero dal Sinis a Stintino), sulla consistenza riproduttiva del Marangone dal ciuffo P. aristotelis, particolarmente significativa in questo tratto di falesia, nonché sulla nidificazione delle berte, specie queste ultime particolarmente vulnerabili a forme di inquinamento luminoso. 

A quest’ultimo riguardo, si sottolinea come nella realtà specifica dell’area interessata dal progetto non sia sufficiente che l’illuminazione soddisfi i requisiti indicati dal DM più sopra citato, ma si debba prevedere anche un arretramento di qualsiasi fonte di luce di almeno 10 metri dal margine della falesia, poiché la schermatura verso l’alto non sarebbe sufficiente a garantire l’invisibilità da quote inferiori o dal mare. 

Per le altre fonti di disturbo derivanti dall’esercizio di quelle che restano le più impattanti componenti progettuali (accesso alle postazioni mitragliere distribuite lungo gran parte del margine della falesia, realizzazione di una piscina, ristorante da 100 coperti) non è possibile indicare forme di mitigazione che garantiscano la compatibilità delle strutture con le finalità istitutive di una zona a protezione speciale”.

 

L’I.S.P.R.A. (già I.N.F.S.) costituisce per legge ”organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le regioni e le province” (art. 7, comma 1°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.). In Italia costituisce la più autorevole autorità tecnico-scientifica in materia: come evidenziato, emergono palesi carenze nella considerazione dei periodi riproduttivi dell’avifauna selvatica particolarmente protetta, nonché riguardo gli elementi di disturbo rispetto ai siti di riproduzione, ritenendo addirittura non mitigabili gli impatti relativi a talune componenti progettuali.

 

La radicale modifica progettuale nel senso indicato dall’I.S.P.R.A. costituisce il minimo necessario per provare a ricondurre nell’alveo della corretta gestione di un’attività all’interno di un S.I.C./Z.P.S.

 

L’intera area costiera di Porto Conte, compresa Punta Giglio, rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993, piano paesaggistico regionale – P.P.R.),rientra, inoltre, inoltre, nella zona di protezione speciale – ZPS ITB013044 e nel sito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

Le strutture della Batteria costiera sono, inoltre, tutelate con vincolo culturale (artt. 10 e ss. Del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Tutto questo è stato fatto ben presente da Gruppo d’Intervento Giuridico, LIPU-BirdLife Italia, Nel Vivo della Storia, WWF e Legambiente (locale, quella nazionale sostiene il programma Cammini e Percorsi) fin dall’agosto 2018 e ancora nel gennaio 2021, ripreso fin da subito anche dalla Stampa regionale.  

La Batteria costiera, bene storico-culturale inserito in un contesto naturalistico di primario interesse, necessitava semplicemente di un restauro conservativo (e qualche centinaio di migliaia di euro per i lavori sarebbero saltati fuori da varie fonti), della cura della sentieristica e di un paio di pannelli descrittivi.  E basta.

Ora quantomeno si riconduca il progetto in corso di realizzazione nell’ambito di una corretta gestione in un’area naturale protetta.

p. Gruppo d’intervento Giuridico odv e LIPU – BirdLife Italia odv


Stefano Deliperi


martedì 9 marzo 2021

AMBIENTE E PAESAGGIO QUESTI SCONOSCIUTI: percorsi di resistenza tra speculazione e valorizzazione ( Conferenza curata da Liberu)

 

Da Capo Caccia a Punta Giglio passando per Platamona, c’è un filo conduttore su quanto sta avvenendo in questi mesi  nelle coste del Nord Sardegna? dopo la manifestazione dello scorso dicembre pensiamo sia necessario tenere alta l’attenzione e la mobilitazione su queste vicende, che a nostro parere non sono da considerare come singoli episodi, ma parte integrante di una idea di sviluppo ed utilizzo del territorio e dell’ambiente,che non condividiamo.

Il paesaggio inteso nel suo significato più ampio di entità reale costituita dall'insieme di elementi (naturali, culturali, economici, sociali, etc) e dalle relazioni che li legano, rappresenta il tessuto fondante della nostra identità individuale e collettiva.

Ambiente e paesaggio sono la cartina di tornasole dell'attività umana. Sono entità che generano sviluppo e ricchezza collettiva se pensati e vissuti in termini di risorsa della comunità, indisponibile alla speculazione privata e privatistica, da tutelare e preservare nei suoi elementi naturali.

Possono diventare invece  lo sfondo di speculazione e affari privati, se gli enti preposti alla salvaguardia del bene pubblico, eludono i protocolli normativi e gestionali di controllo. Così di colpo ci si può ritrovare con porzioni di territorio privatizzato, siti di interesse comunitario disboscati per regalare terra ai futuri interventi edilizi, come a Platamona e a Capo Caccia; parchi naturali riconosciuti anche come Zone a Protezione Speciale minati da progetti di strutture ricettive con annessi ristorante e piscina, come a Punta Giglio.

 I caratteri unici e irripetibili dei nostri paesaggi  vengono minacciati da uno sviluppo economico di rapina, legato alla speculazione immobiliare ed a forme di turismo non sostenibile.    

Liberu


 

Di questo parleremo con:

Giovanni Oliva, architetto di Alghero, della storia del Parco di Porto Conte, delle aspirazioni e prospettive che hanno mosso la battaglia per la sua istituzione e come si è realizzato nel corso degli anni;

con Tiziana Costa, architetta di Alghero, delle implicazioni sociali ed economiche della

pianificazione paesaggistica regolata da norme e vincoli;

con Toni Torre, naturalista e ornitologo di Alghero, di sostenibilità ambientale e gestione del bene comune mettendo a confronto modelli virtuosi con modelli speculativi.

Chiuderà la conferenza Pier Franco Devias, segretario di Liberu.

Domenica 14 alle 10,30 nella veranda della griglieria di Porto Ferro.



giovedì 4 marzo 2021

Il Comune di Alghero ha avviato il procedimento di ripristino ambientale a Capo Caccia. (Stefano Deliperi - GrIG)

 Buone notizie per il promontorio di Capo Caccia, sfregiato nel dicembre 2020 da uno sfacciato intervento abusivo di taglio della vegetazione (Pini, Ginepri).


Il Comune di Alghero – Settore 6 (Vigilanza, Urbanistica, Edilizia Privata, Demanio e Patrimonio) ha comunicato (nota prot. n. 17941 del 3 marzo 2021) di aver avviato la procedura di ripristino ambientale a carico e spese dei trasgressori ai sensi dell’art. 167 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.. con nota prot. n. 13618 del 16 febbraio 2021, inviata alle società immobiliari titolari dell’area in veste proprietaria e locatrice.

Trascorso il termine di 20 giorni per eventuali osservazioni, si procede all’emissione dell’ordinanza di ripristino ambientale.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico odv – che fin da subito ha più volte chiesto il provvedimento di ripristino ambientale, ulteriore al procedimento penale in corso – esprime la sua soddisfazione e l’auspicio che si vada fino in fondo perché Pini e Ginepri ritornino a Capo Caccia.

Ricordiamo la vicenda.

Sfacciatamente è stato realizzato “il disboscamento totale effettuato su un bosco misto di Ginepri e Conifere eseguito per una porzione di circa un 6000 mq, in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica ed anche della valutazione di incidenza ambientale (Vinca)” (vds. Parco di Porto Conte, sequestro di un'area disboscata, in sito web istituzionale C.F.V.A., 7 dicembre 2020) nell’area dell’Hotel Capo Caccia, acquisito nel 2019 da una cordata di imprenditori capeggiata da Francesco Biasion, titolare della società siderurgica Bifrangi e del vicino “Condominio Eurotel Capocaccia”, altra struttura ricettiva che ha visto lustri di analoghi contenziosi giudiziari.

Il taglio boschivo “in danno di un soprassuolo caratterizzato dalla presenza di Ginepri secolari e numerosissime piante di Pino”, costituisce un vero e proprio delitto ambientale, in area particolarmente protetta.

L’area è stata posta sotto sequestro preventivo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, per evitare che il danno ambientale fosse ancora maggiore.

Per stravolgere l’ambiente di Capo Caccia, come è accaduto, se fosse stato possibile, sarebbe stato necessario acquisire quantomeno:

* autorizzazione paesaggistica (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.);

* provvedimento favorevole conclusivo del procedimento di valutazione di incidenza ambientale (art. 5 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.);

* nullaosta dell’Ente di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte (art. 21 della legge regionale n. 4/1999).

L’area costiera di Porto Conte rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), l’area è, inoltre, immediatamente contigua alla zona di protezione speciale – ZPS ITB013044 e nel sito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.  Nell’area interessata è presente, fra l’altro, un “mosaico di habitat composto da Matorral arborescenti a Juniperus spp. (5210) e arbusteti termo mediterranei e pre desertici (5330)” (nota Azienda speciale Parco di Porto Conte prot. n. 2673 del 6 agosto 2019).

La Società immobiliare era perfettamente a conoscenza del quadro vincolistico, in quanto debitamente e preventivamente informata dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale (nota prot. n. 3969 del 17 gennaio 2020).

Il Gruppo d’Intervento Giuridico odv fin da subito ha sostenuto l’azione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, ha inoltrato (10 dicembre 2020, 3 marzo 2021)  puntuali istanze di accesso civico, informazioni ambientali e adozione dei provvedimenti di ripristino ambientale alle Amministrazioni pubbliche competenti, alla polizia giudiziaria e, per competenza, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.

In caso di dibattimento penale, presenterà istanza di costituzione di parte civile con la richiesta di esemplare condanna dei responsabili.

Vi sono state, comunque, immediate reazioni indignate da parte di amministratori locali (sindaco e maggioranza, opposizione consiliare) associazioni ambientaliste e, soprattutto, da parte di tanti cittadini, vi sono state prese di posizione estremamente critiche da parte del Comune di Alghero e da parte dell’Azienda speciale di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte, mentre ha tentato di minimizzare il rappresentante legale del  Condominio Eurotel Capo Caccia, parlando di “regole antincendio”.[1]

Eppure la situazione è chiara:

* il Comune di Alghero – SUAPE ha comunicato (nota prot. n. 92909 del 24 dicembre 2020) che “sulla piattaforma regionale ‘Sardegna Suape’ non esiste alcuna pratica avente ad oggetto la richiesta di autorizzazioni per taglio boschivo su area di pertinenza dell’Hotel Capo Caccia”;

* il Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna ha comunicato (nota prot. n. 26863 del 29 dicembre 2020) che “in relazione all’intervento …, non risultano in istruttoria, presso il Servizio V.I.A., procedimenti in materia di valutazione ambientale (Verifica/V.I.A./V.Inc.A.), né risultano essere stati resi pareri di esclusione dalle procedure medesime”;

* la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari ha comunicato (nota prot. n. 12867 del 18 dicembre 2020) che “non risulta agli atti di questo Ufficio alcuna pratica o istanza inerente tale intervento. Inoltre dalle verifiche effettuate nel portale regionale S.U.A.P.E, nel quale sono inserite tutte le istanze per interventi riguardanti attività produttive e pratiche edilizie per l’acquisizione di tutte le necessarie autorizzazioni, tra le quali l’autorizzazione paesaggistica, risulta a questo Ufficio unicamente una pratica intestata al Condominio Eurotel Capo Caccia per manutenzione di piazzole prendisole, scalo di alaggio e molo, nella quale non era prevista tuttavia nessuna opera nell’area interessata dal disboscamento. Inoltre tale pratica per la manutenzione delle piazzole, inserita nel portale SUAPE nel mese di luglio, risulta attualmente ancora sospesa dal Comune di Alghero”.

Il taglio della vegetazione a Capo Caccia (Ginepri, Pini) non era autorizzato, è abusivo.

A questo punto – oltre al procedimento penale già avviato su impulso del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale – è necessario ordinare il ripristino ambientale.

Ora è stato avviato dal Comune di Alghero.


Oltre 38 mila e 700 cittadini hanno già sottoscritto la petizione per la salvaguardia delle coste sarde,  per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.).

Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà.

Una scelta di civiltà come il ripristino ambientale da realizzare a Capo Caccia.

p. Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Stefano Deliperi

ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridicoweb.com