mercoledì 9 dicembre 2015

Stiamo attenti a quell'area gialla del Piano del Parco: Tenuta Mugoni

Nella scheda riguardante la perimetrazione e zonizzazione del Piano del Parco di Porto Conte il
Dispositivi areali-Perimetrazione e zonizzazione- Aprile 2015
territorio è contraddistinto da macchie di colore a seconda della ripartizione che l'Ente Parco propone. Gli areali sono contraddistinti da diversi colori: Rosso,Verde, Giallo e Azzurro.
Le aree Rosse sono aree di rilevante interesse naturalistico. Le aree Verdi sono habitat, siti e zone speciali di conservazione. Le aree Gialle sono aree di fruizione sociale. Le aree Azzurre sono aree di connessione.
Nella relazione generale del Piano del Parco le aree di fruizione sociale (gialle) sono così definite:

Aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell'art. 31 della citata legge n. 457 del 1978, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso;


a) "interventi di manutenzione ordinaria", gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;



b) "interventi di manutenzione straordinaria", le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso;



c) "interventi di restauro e di risanamento conservativo", gli interventi edilizi rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio.



Sono le seguenti:

- aree agricole,
- aree di pascolo,
- Laguna del Calich,
- Spiagge.


Nella cartografia del 2012 erano sette le aree di fruizione sociale ora convertite nelle discutibili aree di connessione (azzurre). Nella nuova cartografia (aprile 2015) sono presenti solo tre zone gialle e la più estesa è quella che comprende l'ex Tenuta Mugoni.

Si può immaginare chi siano gli stakeholders che hanno influito nel cambiamento così radicale nella zonizzazione del Parco.
Il portatore di interessi predominante nell'area del Parco è la Porto Conte S.A. , società lussemburghese della famiglia Baroudi, un'articolo delinea bene cosa ha fatto a Porto Conte questa famiglia.

La Porto Conte S.A. attraverso la società Costa del Corallo C.D.C.- SpA, è proprietaria della tenuta Mugoni, ipoteticamente in zona di fruizione sociale (2015) ma ipoteticamente anche area di habitat, siti e zone speciali di conservazione, è sicuramente all'interno del SIC ITB010042.
E' interessante osservare i cambiamenti che questa tenuta ha avuto nel corso degli anni: 1954, 1968, 1977, 2000, 2003, 2005, 2006, 2008, 2010, 2014, 2016.
Dalla fine degli anni sessanta si può osservare il progressivo declino dell'azienda e il naturale rimboschimento dei terreni. Anche l'edificio ha subito un naturale e continuo degrado, oggi ampiamente  osservabile (qui).

Nel 2014 le cose sembrano cambiate repentinamente, i terreni della tenuta vengono arati e dissodati ma quello che più conta viene sradicata la quasi totalità della macchia mediterranea che nel corso degli anni di incuria è cresciuta sviluppandosi ampiamente. I terreni ormai privati della macchia autoctona vengono tenuti ordinati in modo quasi maniacale (qui) e sembrano pronti ad accogliere un bel prato con annesse 18 buche.
Nel 2015 la società Costa del Corallo C.D.C. inoltra tre domande allo sportello SUAP del comune di Alghero.
Nella prima si chiede la demolizione di fabbricato pericolante. Il Suap autorizza.
La seconda domanda riguarda la richiesta di Miglioramento Fondiario. Il SUAP autorizza gli interventi di bonifica, ristrutturazione e ripristino area agricola inselvatichita. Mi domando quale sia l'area agricola inselvatichita visto che, come ho scritto sopra, tutta la macchia dei terreni della tenuta è stata eliminata nel 2014...certo rimane ancora una piccola area da eliminare.
La terza domanda riguarda il ripristino e costruzione ex novo di un recinto. Il SUAP autorizza con diversi vincoli due dei quali sono un pò curiosi e contradditori: dovrà esserci massima attenzione nei confronti della fauna eventualmente presente nella zona; si prescrive di utilizzare il filo spinato nella recinzione metallica.

Leggendo tutte queste autorizzazioni si percepisce un qualcosa che sa di miracoloso: la ristrutturazione dell'edificio dell'azienda Mugoni, demolizione delle strutture pericolanti a ridosso della spiaggia, ripristino dei terreni agricoli che verrebbero olivettati e recinzione di tutta l'area. Un sogno, sopratutto se si pensa che la società Costa del Corallo C.D.C. SpA controllata dalla Porto Conte S.A. è di proprietà della famiglia Baroudi che a suo tempo spese fior di miliardi per l'acquisto della Tenuta, ora si converte all'agricoltura sostenibile....davvero miracoloso!!!
Ci sono persone qualificate che possano andare in comune e toccare con mano questo miracolo??


Alghero in chiaro

Immagino sempre che i mio pensiero guidi un vecchio pennino che attinge le parole da un calamaio dal quale hanno attinto i miei affetti più cari...